E’ domenica 28 aprile e
la sveglia suona presto per me; anche se le condizioni meteo non promettono
nulla di buono, si parte: destinazione Camogli,
Liguria.
Questa mattina è
prevista una gara di corsa a pochi km dalla mia meta: la 22^ edizione della Portofino
– Rapallo, su un percorso di 9 km attraverso uno dei tratti di costa più belli
e suggestivi d’Italia. Partecipo anch’io! Arrivo precisa come un orologio alle 8.30 in
zona arrivo, dove con piacere vedo che il tempo per ora è abbastanza clemente: niente
pioggia, un cielo velato e temperatura gradevole. Ritiro il mio pettorale e me
lo appunto sulla canotta mentre mio marito va a cercare un parcheggio. Al
telefono gli chiedo dove si trova e cerco di raggiungerlo seguendo le sue
indicazioni: peccato che i suoi punti di riferimento siano un po’ troppo comuni
da quelle parti: il mare, una rotonda, un ponte. Peccato che lui sia andato in una direzione e
io alla ricerca in quella opposta. Ci rivedremo solo al momento dell’imbarco.
Si, perché la particolarità
dei questa gara è che la partenza verrà data nella rinomata località di
Portofino e noi atleti verremo
trasportati con il traghetto da Rapallo, dove si trova lo striscione d’arrivo,
fino al famoso porticciolo meta di turisti e di vip, che però questa mattina
non si sono fatti vedere. Per scarrozzarci tutti sono serviti due traghetti e
io, da brava “montanara” , mi sono piazzata proprio davanti, a prua per
utilizzare un termine nautico, con tutto il vento in faccia a cavalcare le onde
e prendermi qualche spruzzo con un sorriso stampato, felice come una bambina.
Chissà cosa avranno pensato i miei compagni di traversata!
Dopo circa 15 minuti
eccoci sbarcare a Portofino, dove i passeggeri del primo traghetto che ci hanno
preceduti si stanno già riscaldando tra le strette viuzze e nella celebre
piazzetta. Il tempo di scendere, depositare gli zaini sul bus navetta, una
breve corsetta per sgranchirmi dal lungo viaggio che da Talamona mi ha condotta qui, ed eccomi, tra
altri 210 atleti a me sconosciuti, sulla linea di partenza.
Al via cerco di partire
con calma, ho un po’ paura che la levataccia e le tre ore e mezza d’auto mi
giochino qualche brutto scherzo. Conosco la strada che ci sta portando verso
Rapallo e ogni tanto mi concedo qualche sguardo verso il mare. In realtà mi
sento bene, sono rilassata e contenta e osservo la situazione dal punto di
vista atletico: ho una donna davanti a me, con un vantaggio che si riduce in
modo lento e graduale. La raggiungo e la supero senza troppe difficoltà e poi
procedo con il mio passo, senza sapere la mia esatta posizione. Solo arrivata a circa
metà gara, a S. Margherita Ligure, dei turisti mi incitano dicendomi che sono
la prima donna. Credo che si sbaglino, penso che forse non hanno visto bene,
continuo con il mio passo e con lo sguardo intravedo la località di arrivo. Non
manca molto. Altri lungo il percorso mi confermano che sono la prima donna e
questo mi infonde coraggio; cerco di tenere il passo dell’uomo dai calzoncini
rossi, che fa proprio al caso mio. Insieme a lui raggiungiamo alcuni atleti e
guadagnamo qualche posizione; agli ultimi due km mi sgancia aumentando il
passo, lo saluto mentalmente e lo ringrazio: io continuo così! Ormai ho fiducia
che ce la posso fare, manca un km e sul lungomare oltre le transenne ci sono
moltissime persone che ci applaudono e ci incitano. Con lo sguardo cerco le
uniche due persone che vorrei vedere: mio marito e il mio piccolo Albero, che
mi accompagna con gioia ad ogni mio “pronti - via”, come dice lui. Non li vedo,
ma spero che mi stiano guardando. Nessuno mi conosce, ma al mio arrivo vengo
festeggiata e applaudita da tutti. Inutile dire che non me l’aspettavo e che sono
felicissima. Alla fine anche il cronometro mi conferma che le sensazioni che
avevo erano davvero buone, sono soddisfatta dei miei 34’41” e della mia 18^ posizione assoluta. Festeggio
con una bella fetta di focaccia ligure che le gentili signore del ristoro mi
offrono.
I miei tre giorni
liguri sono iniziati nel migliore dei modi e già penso ad alcuni bellissimi itinerari
che dovrò assolutamente percorrere durante il mio soggiorno; che vacanze sono senza le scarpette da
running?
Cinzia Cucchi
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