Roberto Pinna Direttore Consorzio Turistico Sondrio e Valmalenco |
In
un inverno in cui il turismo montano comincia a segnalare flessioni, perdere la
guida della DMO è un problema,
il
lavoro di promozione e organizzazione turistica non può arrestarsi ma deve
trovare ancor più decisa incisività
In
pochi giorni emergono alcuni dati su cui il settore turistico valtellinese
dovrebbe riflettere.
Si
comincia con le dimissioni del Presidente di DMO Mario Cotelli, seguite da
quelle del consigliere Guido Melé, che lasciano così in carica solo un membro
del direttivo del soggetto deputato al coordinamento dell'operatività promo- turistica
provinciale, di fatto ingessandolo finché, presto si auspica, la Provincia non
reintegrerà i nominativi dei dimissionari.
Federalberghi
pubblica i dati sui trend dell'inverno: -9% del giro d'affari generato dalle
settimane bianche 2012, -17,5% sul giro d'affari legato ai week-end sulla neve
rispetto all'anno precedente.
La
Montagna di Lombardia traccia un bilancio provvisorio che evidenzia un calo
medio globale degli accessi sugli impianti, la Valtellina segna -2,5% in lieve
flessione, pur potendo contare su realtà trainanti quali la Valmalenco (+15,8%)
e Madesimo (+3%) - (fonte Corriere della
Sera, 25 marzo 2013, pag. 13 inserto Lombardia).
Di
fronte a questi trend occorre quindi poter contare in una immediata
ripresa dell'operatività di DMO, ricominciando dal punto in cui anche il Presidente
uscente di DMO era giunto, superando i primi altalenanti periodi di partenza e
rodaggio: collaborazione con le espressioni turistiche territoriali e
valorizzazione di un'identità d'insieme che sia somma dei singoli punti di
forza. Ricominciare da una logica, in cui tutti possano contribuire secondo
capacità, potenzialità e possibilità al miglior risultato complessivo del
sistema Valtellinese.
Con particolare riferimento alla Valmalenco, il Consorzio Turistico ha dimostrato risultati solidi grazie allo spirito di condivisione dimostrato da Associati, Unione dei Comuni della Valmalenco, Comunità Montana Valtellina di Sondrio e gli altri Enti del Mandamento che ne sostengono l'operatività quotidiana.
A
questo proposito pare davvero difficile comprendere come si possa additare “il campanilismo” come nociva affezione
del modello turistico valtellinese. Il turismo dovrebbe essere, anzi, la
valorizzazione intelligente del “campanile”,
in cui non prevalga la guerra tra “parrocchie”,
ma lo sforzo comune per far emergere in modo competitivo l'intero comparto
provinciale. Pur scrivendo dalla Valmalenco, non nascondiamo che la Valtellina
ha nei “campanili” di Livigno e
Bormio due fattori trainanti, ma è anche vero che tutte le altre destinazioni
possono concorrere al risultato globale della soddisfazione del turista che guarda
alla provincia di Sondrio per le proprie vacanze, ciascuna con le proprie
peculiarità.
Risponde
invece al falso e ad un'ottusità che non dovrebbe essere nemmeno additabile ai
professionisti del settore, il solo vociferare di rivalità e concorrenza tra i
Consorzi Turistici locali e la struttura di coordinamento turistico
provinciale: un atteggiamento che non trova riscontro né oggi, né nel passato,
perché da decenni tutte le destinazioni valtellinesi, nessuna esclusa, hanno
inteso e dimostrato nella pratica quanto la collaborazione e l'unione possano
rafforzare gli esiti del proprio lavoro.
L'auspicio
è che chi sarà chiamato a proseguire l'impegno di DMO Valtellina possa
comprendere e condividere questa riflessione, affinché si possa partire da un
patrimonio operativo consolidato, per poi migliorarlo e renderlo ancor più
efficace nell'azione.
Al
contrario, azzerare decenni di esperienza per azzardare nuovi assetti e
spendere ore in riunioni senza applicazioni “sul campo” non gioverebbe a
nessuno, specie all'incombente cospetto dei dati proposti poco sopra.
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