È fissata per mercoledì 7 dicembre la partenza dall’Italia per l’isola di Capo Verde: sono 23 i runners che voleranno verso sud per poi unirsi agli altri 19 concorrenti di differenti nazionalità e comporre così il plotone dei partenti alla Boa Vista Ultramarathon.
Ai blocchi di partenza oltre alla maggioranza italiana che conta anche quattro donne, ci saranno 11 capoverdiani, 6 tedeschi, un austriaco, un finlandese e un atleta americano. Quest’ultimo risponde al nome di Todd Kasteler, ed è noto nell’ambiente “extreme” per essere un runner dalle ottime performance nelle prove in alta montagna e in condizioni di basse temperature: nel suo curriculum anche la Iditarod in Alaska conclusa in poco più di 7 giorni. Chissà come il runner dell’Alaska, abituato al clima gelido del nord America e dell’Himalaya, si troverà alle temperatura tropicali di Boa Vista. I favoriti per la vittoria restando i podisti locali che aspettano la Boa Vista Ultramarathon come l’appuntamento clou della propria stagione, ma a contrastare i loro piani ci sarà ancora Marco Bonfiglio, il runner milanese vincitore della passata edizione con un tempo di poco superiore alle 19 ore.
Alla undicesima edizione della Boa Vista Ultramarathon sono 37 i concorrenti che gareggeranno sul tradizionale tracciato di 150 chilometri, che corrisponde al periplo dell’isola, e sono cinque i runner che si sfideranno nell’esordio della prova di 75 chilometri. «Abbiamo deciso di introdurre anche un traguardo intermedio a metà gara – ha commentato Piergiorgio Scaramelli, presidente del Boa Vista Marathon Club – per consentire a più persone di avvicinarsi al mondo delle ultramarathon, meglio se in un contesto naturale come la nostra isola».
La gara prenderà il via alle prime luci dell’alba di sabato 10 dicembre e i primi concorrenti sono attesi entro le 24 ore mentre per gli ultimi il tempo limite è di 50 ore. Tutti i partecipanti devono essere dotati di una riserva alimentare sufficiente per due giorni e un road-book fornito dall’organizzazione (qui coadiuvata dal Friesian Team di Cesate) dove potranno trovare tutti i check-point, ossia i punti di controllo, dove rifornirsi di liquidi e riposare, il tutto in totale sicurezza, con equipe medica al seguito.
La Boa Vista Ultramarathon non è una gara facile, ma la fatica, le difficoltà vengono ripagati dall’isola stessa, del resto Boa Vista significa “buona vista”, e con un nome così le premesse non potrebbero essere migliori. Immersi in un paradiso terrestre, che alterna deserti di sabbia bianca a distese di pietra lavica, si corre accompagnati dalla vista dell’oceano, tra dune, sassi appuntiti e sentieri secolari.
La Boa Vista Ultramarathon non è semplicemente una competizione, è molto di più. Non basta la preparazione atletica e la resistenza fisica, perché qui è necessario essere dotati di grande abilità per gestire se stessi, il tempo della corsa e del riposo, le proprie forze, ed essere in grado di capire quando si può andare oltre e quando bisogna fermarsi.
Per avere aggiornamenti questo sugli eventi organizzati dal Friesian Team è sufficiente collegarsi ai seguenti siti internet: www.friesianteam.com e www.boavistaultramarathon.com
Ai blocchi di partenza oltre alla maggioranza italiana che conta anche quattro donne, ci saranno 11 capoverdiani, 6 tedeschi, un austriaco, un finlandese e un atleta americano. Quest’ultimo risponde al nome di Todd Kasteler, ed è noto nell’ambiente “extreme” per essere un runner dalle ottime performance nelle prove in alta montagna e in condizioni di basse temperature: nel suo curriculum anche la Iditarod in Alaska conclusa in poco più di 7 giorni. Chissà come il runner dell’Alaska, abituato al clima gelido del nord America e dell’Himalaya, si troverà alle temperatura tropicali di Boa Vista. I favoriti per la vittoria restando i podisti locali che aspettano la Boa Vista Ultramarathon come l’appuntamento clou della propria stagione, ma a contrastare i loro piani ci sarà ancora Marco Bonfiglio, il runner milanese vincitore della passata edizione con un tempo di poco superiore alle 19 ore.
Alla undicesima edizione della Boa Vista Ultramarathon sono 37 i concorrenti che gareggeranno sul tradizionale tracciato di 150 chilometri, che corrisponde al periplo dell’isola, e sono cinque i runner che si sfideranno nell’esordio della prova di 75 chilometri. «Abbiamo deciso di introdurre anche un traguardo intermedio a metà gara – ha commentato Piergiorgio Scaramelli, presidente del Boa Vista Marathon Club – per consentire a più persone di avvicinarsi al mondo delle ultramarathon, meglio se in un contesto naturale come la nostra isola».
La gara prenderà il via alle prime luci dell’alba di sabato 10 dicembre e i primi concorrenti sono attesi entro le 24 ore mentre per gli ultimi il tempo limite è di 50 ore. Tutti i partecipanti devono essere dotati di una riserva alimentare sufficiente per due giorni e un road-book fornito dall’organizzazione (qui coadiuvata dal Friesian Team di Cesate) dove potranno trovare tutti i check-point, ossia i punti di controllo, dove rifornirsi di liquidi e riposare, il tutto in totale sicurezza, con equipe medica al seguito.
La Boa Vista Ultramarathon non è una gara facile, ma la fatica, le difficoltà vengono ripagati dall’isola stessa, del resto Boa Vista significa “buona vista”, e con un nome così le premesse non potrebbero essere migliori. Immersi in un paradiso terrestre, che alterna deserti di sabbia bianca a distese di pietra lavica, si corre accompagnati dalla vista dell’oceano, tra dune, sassi appuntiti e sentieri secolari.
La Boa Vista Ultramarathon non è semplicemente una competizione, è molto di più. Non basta la preparazione atletica e la resistenza fisica, perché qui è necessario essere dotati di grande abilità per gestire se stessi, il tempo della corsa e del riposo, le proprie forze, ed essere in grado di capire quando si può andare oltre e quando bisogna fermarsi.
Per avere aggiornamenti questo sugli eventi organizzati dal Friesian Team è sufficiente collegarsi ai seguenti siti internet: www.friesianteam.com e www.boavistaultramarathon.com
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