giovedì 20 ottobre 2011

INTERVISTA A ENRICO BENEDETTI

Beno in vetta al cavalcorto
PRESENTAZIONE
Classe 1979, ingegnere, fotografo, corridore in montagna, alpinista e pastore per passione. Vivo a Montagna in Valtellina. Ho 4 capre e qualche gallina per le uova a colazione, ma ogni tanto la volpe e il fuìn fan man bassa nel pollaio e allora vado al bar.
Coltivo fin da bambino un ereditario e genetico amore per le montagne, specialmente quelle della Valtellina, di cui descrivo le bellezze con foto e racconti. In anni di scalate ho esplorato quasi tutte le vette della mia regione e pubblicato molte relazioni di queste salite (le trovate su 
www.lemontagnedivertenti.com).
Dopo aver scritto due libri sulle vette dimenticate, nel 2007, assieme a Roberto Moiola, ho fondato il trimestrale di alpinismo e cultura alpina "Le Montagne Divertenti", una delle riviste di montagna di maggior successo benché tratti di itinerari inediti o pressoché sconosciuti.
Negli anni mi sono anche divertito realizzando alcune prime discese con gli sci (vetta di Ron (m 3136) – solo , pizzo Calino (m 3022) - solo, cima del Cavalcorto (m 2763) – con Pascal van Duin, punta Moraschini (m 2815) – con Pascal van Duin, cima di Vicima (m 3122) – solo, pizzo della Merdarola (m 2734) – con Nicola Giana), lunghi concatenamenti (concantenamento integrale delle 13 vette dalla Corna Mara al pizzo Scalino in 13 ore – con Fulvio Picceni, concatenamento con partenza e rientro a Chiareggio in 17 ore di cima di Vazzeda, cima di Rosso, monte Sissone e delle tre cime di Chiareggio – con Pietro Pellegrini, traversata scialpinistica invernale dal lago di Montespluga al passo del Bernina – con Pietro Pellegrini), ascensioni in velocità dal fondovalle (Sondrio (m 300) - pizzo Bernina (m 4050) - Sondrio in 13h14'36"), nuove vie (linea diretta sulla parete NO della vetta di Ron (m 3136) – con Lele Bazzi).

INTERVISTA
1. Beno, hai iniziato prima a scalare o ad andare con la bicicletta senza rotelle?
Visto che ancora oggi fatico ad andare con la bicicletta senza rotelle, sono costretto a dire che ho iniziato prima ad andar per monti.
2. Hai una grande passione per le nostre montagne, ma possiamo dire che forse con il Bernina c'è un rapporto particolare? Quante volte l'hai scalato? 
Il rapporto particolare è legato al fatto che il Bernina è stata la mia prima vera montagna. L'ho salito da bambino e mi aveva fatto una grande impressione coi ghiacciai immensi e quella cresta di ghiaccio che non stava mai ferma: alla Marco e Rosa mi avevano fatto bere tè e vino e – non essendo abituato – avevo dovuto fare l'ascesa mezzo ubriaco!
Ora il rapporto è quasi d'odio, perchè tutti gli amici che mi chiedono di fare una gita assieme in montagna vogliono andare lassù, e questo solo perchè il Bernina è di qualche metro sopra i 4000, quando invece, anche solo nei paraggi, ci sarebbero vette molto più belle e meno frequentate.
3. Sempre restando sul Bernina, non possiamo esimerci dal ricordare la tua impresa "folle" ovvero Sondrio-Bernina-Sondrio (oltre 3750 metri di dislivello positivo) in meno di 14 ore. Come l'hai preparata e qual'è stato il momento "critico" nel portarla a termine?
Per fare un tempo così basso avevo fatto tesoro di tutti gli sbagli che avevo commesso 5 anni prima, quando col diciassettenne Francesco Marini avevamo fatto Sondrio-pizzo Bernina-Sondrio in 21 ore. Ho così capito che non bisogna mai fermarsi, mangiare il meno possibile (si deve “andare all'ingrasso” le settimane prima) e bere tanti liquidi (no integratori). Ovviamente questi erano dettagli da aggiungere all'annetto in cui mi ero allenato per sopportare una simile distanza e per velocizzarmi su neve, ghiacciaio e roccia.
Il momento critico è stato salire le rocce della cima italiana del Bernina. Dopo 3700 metri di dislivello positivo e una maratona nelle gambe, mi girava un po' la testa. Essendo solo e slegato ho avuto un po' paura, ma con sforzo di concentrazione (ho pensato alla panaché media e al panino col salame che mi aspettavano in Marinelli) è tornata la sicurezza e il buon umore. Per il resto è andato tutto liscio.
4. Ingegnere, fotografo, grafico, pubblicista freelance, corridore in montagna, fondatore e direttore della rivista trimestrale "Le Montagne Divertenti", alpinista e pastore per passione, tecnico audio a tempo perso, chitarrista e cantante nel gruppo rock "Nails". Ho dimenticato qualcosa? La tua giornata è di 24 ore come per i comuni mortali o hai qualche superpotere per riuscire a fare tutto?
A volte, quando non dormo di notte, realizzo che forse sto facendo troppe cose tutte assieme, ma poi penso che la vita è una sola e bisogna viverla in pieno senza perder tempo. Così elimino tutto il superfluo: non ho la televisione, non mi taglio la barba, non devo guidare per arrivare al lavoro... Ma le ore non basterebbero comunque. Così ho scoperto il trucco guardando il film con Bud Spencer “Banana Joe”. Nel film il cattivo latifondista Torsillo schiavizza gli indios e per farli lavorare 25 ore al giorno ogni volta che giunge la mezzanotte tira indietro le lancette dell'orologio di un'ora!
5. Tre aggettivi per definire il tuo rapporto con la montagna.
Direi che ne basta uno: bellissimo.
6. Una tua esperienza recente è l'aver accompagnato, per un breve tratto in Valmalenco e Valmasino, John Harlin nella sua grande traversata del confine svizzero. Ci vuoi raccontare com'è andata?
Le scalate sono andate benissimo, ma ciò che più mi ha affascinato è stato il personaggio. Un uomo eccezionale, sempre di buon umore. Ironico e autoironico, oltre che di prestanza fisica sbalorditiva. Credo che mettersi in testa di compiere il giro della Svizzera sulla linea di confine a 55 anni sia una cosa strepitosa. Per dimostravi la tenacia di John, sottolineo che ha portato a termine il periplo (la traversata si è conclusa il 12 settembre, dopo 105 giorni di marcia, sul mont Dolent) nonostante l'anno scorso una caduta terribile, proprio sulle pendici del mont Dolent, gli avesse fratturato entrambi i piedi. Mi è impossibile raccontare in poche righe di questo personaggio unico. Gli dedicherò uno speciale sul prossimo numero della rivista, ma nel frattempo consiglio a tutti di andare su www.swissinfo.ch/harlin e leggere i racconti che lo stesso John ha scritto di giorno in giorno lungo la sua traversata.
7. Con te non si può fare a meno di parlare di un certo modo di vivere la montagna, in particolare la nostra Valtellina. Come vive Beno la montagna?
Della montagna non riesco a fare a meno. Per me andare in montagna è fonte di pace e di conoscenza. È un luogo per scoprire ed esplorare. In particolare sono legato alle nostre montagne perchè le sento parte di me, vi cerco tracce dei nostri antenati, spiegazioni, ma specialmente vi trovo uno spazio immenso in cui sentirmi piccolo e privilegiato nell'essere null'altro che uno spettatore nello spettacolo della natura.
8. Altro argomento a te caro: cosa sta diventando la Valtellina, sempre intesa come ambiente montano? La tua fotografia (impietosa) e i tuoi consigli per "cambiare rotta".
La scelta politica degli anni passati è stata di rendere la nostra Valtellina un'appendice della Brianza industriale e così la si è fatta a pezzi. Ho solo trent'anni, ma il paesaggio l'ho visto cambiare radicalmente. Si è distrutto il fondovalle con parallelepipedi di cemento addobbati con cartelloni “vendesi” o “affittasi”, si sono distrutte le località turistiche con condomini e casette, oggi anch'esse addobbate con le medesime scritte, e , dall'altro lato, si è giunti all'abbandono di tutte le attività rurali e turistiche consone ad un territorio montano come il nostro. Si è giunti al punto che persino i valtellinesi non si riconoscono più nella loro valle!
È un discorso lungo, difficile da trattare con chi in quelle attività ci lavora e nel cambiare rotta vede la possibilità di rimanere disoccupato, ma credo basti osservare esempi virtuosi di gestione del territorio montano per capire che si può viver bene senza fare a pezzi il territorio. Forse basterebbe spegnere la televisione per qualche giorno e pensare con la propria testa a quali sono le nostre reali esigenze e ambizioni.
9. L'impresa alpinistica più pericolosa che hai affrontato e quella che più ti ha emozionato.
La più pericolosa? È una domanda troppo difficile, perchè col passare degli anni si diventa più preparati e ciò che prima era pericoloso poi diventa ampiamente alla portata. L'avventura che più ho nel cuore è una salita in condizioni invernali, con bufera e trappole varie, allo spigolo sud-ovest della Sassa d'Entova. Dato il meteo inclemente, è stato un impegno fisico e mentale davvero provante. Era una delle ultime scalate col nostro amico Fausto (scomparso un mese dopo sul pizzo d'Erna) e ricordo come fosse ieri quando, arrivati stremati in vetta, ci siamo accartocciati tutti e quattro l'uno sull'altro e ci siamo addormentati sotto una fitta nevicata. Sembrava d'essere in paradiso.
10. Il tuo scatto più bello?
È estremamente soggettiva come valutazione. Credo sia la foto di copertina del numero 15 de Le Montagne Divertenti. Quella con pastore, la mia capra orobica e alpinista ad Ambria dopo una grossa nevicata. Chi non ha la rivista trova la foto su www.clickalps.com.
Per me una foto deve parlare e incuriosire. Quell'immagine mi pare capace di bloccare un pezzo di storia, o forse semplicemente rappresenta quello che mi piacerebbe vedere sulle nostre montagne. Vorrei rivivere le atmosfere descritte nei racconti degli alpinisti di un tempo, ma forse è impossibile.
11. Beno è un alpinista solitario o preferisce la compagnia? 
Mi piace molto la compagnia, ma anche andare da solo ha un grande fascino. Per cui cerco di fare entrambe le cose.
12. Come sarà Beno fra 20 anni?
Spero con una barba potentissima – bianca e fluente -, un folto gregge di capre e senza troppi acciacchi.
13. Il tuo sogno nel cassetto?
Non posso rivelarlo, sennò non si avvera!
14. Suggerimenti da un esperto per la meta della domenica a: una famiglia con bambini, un escursionista, un alpinista.
Le opzioni sulle nostre montagne sono davvero troppe! Siamo in autunno, per cui porterei i bambini a vedere il lago Nero in val Belviso o a Lendine in Valchiavenna, se volessi camminare più a lungo mi farei una bella passeggiata in val Grosina o in val Fontana e, se volessi scalare, andrei o sulle orme di Duilio Strambini (cima di Saoseo o pizzo Matto o cresta Sinigaglia alla cima Piazzi) o nelle Orobie lungo selvaggia cresta Corti alla Punta di Scais. Ma anche in Valmalenco lo spigolo Gervasutti alla cima di Valbona è da fare.
15. Quest'anno hai partecipato alla International Snowdon Race, la gara di corsa in montagna gemellata con il Trofeo Vanoni. La trasferta ti ha dato l'opportunità di conoscere un ambiente "montano" (in Snowdonia si allenarono Sir Hillary e la sua squadra per preparare la spedizione sull'Everest) molto diverso dal nostro. Vuoi fare un paragone tra la nostra realtà e quella gallese?
In Galles più che montagne vi sono colline che in inverno, causa maltempo e temperature, assumono le sembianze di vette severe. Sono luoghi completamente diversi dalla Valtellina, spazi apertissimi, di un verde accecante, puntinati da milioni di pecore che brucano l'erba e impediscono agli alberi di crescere. Bisogna andarci per rendersene conto: ringrazio il gruppo podistico CSI Morbegno per avermene dato l'occasione e l'organizzatore locale Ken Jones per averci fatto da guida. Credo che allenarsi sullo Snowdon per poi raggiungere l'Everest dia misura del coraggio e della voglia di avventura che Hillary e la sua squadra avevano.
16. E' appena scomparso uno dei più grandi alpinisti di tutti i tempi: Walter Bonatti. Lo conoscevi?
Come tutti lo conoscevo di fama, ma non ho mai avuto la fortuna di incontrarlo di persona. Un personaggio unico per lo spirito con cui scalava e per le sue indiscutibili ed eccezionali capacità alpinistiche. Avevamo scelto una sua frase a corredo della foto di ultima di copertina del numero estivo della rivista e la citerei pure in questa intervista per ricordarlo:
“Da quassù il mondo degli uomini altro non sembra che follia, grigiore racchiuso dentro se stesso. E pensare che lo si reputa vivo soltanto perché è caotico e rumoroso."
      

1 commento:

  1. Complimenti per la bellissima intervista...
    Consiglio a tutti di leggerla..
    Grazie a Sergio per aver posto queste semplici ma interessanti domande ma soprattutto un grazie a Beno per le semplici, commoventi e coinvolgenti risposte...

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